Esso occupa un’area di 33.326,53 ettari, lungo un’asse Nordest-Sudovest, che dalle valli dei fiumi Lete e Sava, corre per circa 50 km fino alla valle del Fiume Tammaro, in provincia di Benevento. Questo allineamento è seguito anche dalle principali montagne: i Monti Miletto, Gallinola e Mutria. Ciò influisce sulle caratteristiche climatiche del territorio, che, nelle zone in quota, rappresenta l’ultimo baluardo del clima continentale, mentre le zone più basse, esposte ai venti caldi che giungono dalle coste mediterranee della Campania, si caratterizzano per la presenza di paesaggi mediterranei, fatti di uliveti, leccete, cipressete e macchia mediterranea.  I boschi sono le formazioni vegetali ancora prevalenti, passando dalla lecceta ai querceti, quindi alla faggeta; al di sopra dei 1600- 1700 metri il bosco cede il passo alle praterie e, sulle creste, alla vegetazione pioniera delle rocce. Nei boschi, accanto agli alberi dominanti (leccio, cerro, roverella, faggio), ne sono presenti altri che ne arricchiscono il valore naturalistico e li abbelliscono. Seguendo le diverse fasce altitudinali troviamo via via il corbezzolo, l’erica arborea, l’albero di Giuda e il lentisco, sorbi e aceri, pontano, il maggiociondolo, il tiglio, l’acero di monte, il sorbo montano, il carpino bianco, l’agrifoglio, il tasso e l’abete bianco. Una ricca varietà di specie erbacee e arbusti arricchisce poi sia il sottobosco sia le radure e i pascoli; per citare solo alcune tra le specie più eleganti e significative, si segnalano gli endemismi teucrium sicueum e digitalis micrantha, numerose specie di orchidee, gerani, anemoni, l’erba limona (melittis melissophyllum), l’euforbia dei boschi, la dafne laureola, il giglio di S. Giovanni e il giglio bulbifero, l’aquilegia, la scilla, il bucaneve, l’acetosella, i crochi, il lino capitato, la centaurea. Le praterie di altitudine, sono arricchite dalla presenza del fior di stecco, la valeriana montana, la genzianella di primavera, la viola di Eugenia.  Il lago del Matese, prezioso punto di tappa per le rotte migratorie, ospita una ricca avifauna sia stanziale che di passo (aironi, marzaiole, folaghe, gallinelle d’acqua e così via).   Oltre alla grande biodiversità, per la sua natura calcarea, il Matese presenta spettacolari manifestazioni geologiche e rocciose. Tra i fenomeni carsici, numerosi sono gli inghiottitoi, le cavità, le grotte: tra queste, il Pozzo della neve, di oltre sette chilometri di estensione, con i suoi 1045 metri è la seconda grotta d’Italia per profondità. Numerose sono le conche (denominate «campi» o «campitelli») chiuse dai crinali di vetta, che ospitano i pascoli più ricchi del massiccio; la più vasta di queste è occupata per buona parte dal lago omonimo, di circa 5 chilometri quadrati, unica formazione lacustre carsica di simili dimensioni in Italia. Le gole del Quirino e la Valle dell’Inferno sono canyon spettacolari e selvaggi. Su entrambi i versanti sono inoltre presenti vasti giacimenti fossiliferi di notevole interesse paleontologico (Pietraroja, San Polo Matese e così via). Questa vicinanza geografica di due aree climatiche diverse ne fa uno dei luoghi più ricchi di biodiversità dell’Appennino meridionale. La ricchezza dei pascoli, in particolare, ha permesso in passato un notevole sviluppo della pastorizia che, insieme all’agricoltura ed allo sfruttamento dei boschi, ha rappresentato la principale fonte di reddito delle popolazioni dell’area. Terra di mestieri e saperi tradizionali, in cui le comunità hanno conservato, grazie all’isolamento geografico, un’autenticità di valori e maestranze, oltre che a varietà agroalimentari biologiche per necessità e metodi colturali, il Matese si presenta come un’area di  notevole interesse naturalistico e culturale, dove paesaggio e uomo conservano ancora un equilibrio armonico, e pratiche di vita quotidiana tipicamente appenniniche.  I piccoli borghi, arroccati sulle pendici del Matese, sono incorniciati da cime tondeggianti, folti boschi, ripide valli, dolci campi e piccoli torrenti che dalle sorgenti di alta quota giungono tra le rocce calcaree fino in paese per poi buttarsi nel Volturno e nel Lete. La comunanza di elementi naturali e delle caratteristiche  climatiche e geologiche ha influenzato anche gli aspetti culturali: le vicende storiche, le pratiche religiose, gli abiti ed i balli popolari, così come le tradizioni culinarie, sono sinergicamente integrati tra di loro. 

Prodotti tradizionali: patate, fagioli, lenticchie, cipolle, formaggi caprini, latte di pecora,  erbe spontanee aromatiche, officinali, vino Pallagrello e Casavecchia, Olio extra vergine di oliva tondella del Matese, prosciutto di Pietraroja, fungo porcino.
Attività tradizionali: la pratica della pastorizia, le attività legate alle foreste e al legname, l’artigianato tessile (tombolo), la viticoltura e la produzione di olio.

il massiccio del matese

PARCO REGIONALE DEL MATESE, ora divenuto Nazionale con l’annessione delle terre molisane, si sviluppa intorno alla catena di monti prevalentemente calcarei situati tra Molise e Campania. E’ un territorio ricco di luoghi selvaggi, popolati da Lupi e Aquile reali, paesaggi dolci, con laghi dalle acque azzurre in cui si specchiano le cime delle montagne, centri storici originali e tanta storia, fatta anche dei rapporti sempre tesi tra Romani e Sanniti, prodotti tipici genuini, unici e saporiti. 

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